12 aprile 2009

Una testimonianza dall'Abruzzo



Riportiamo una testimonianza, di A.D., sui ragazzi napoletani* che sono andati in Abruzzo la scorsa settimana:


Sabato 11 aprile 2009

__Siamo tornati ieri sera tardi dall’Abruzzo e per quanto stanco vi faccio subito un report: (1) innanzi tutto le informazioni (almeno quelle che abbiamo recuperato noi) per chi vuole dare una mano, (2) una breve ricostruzione di queste due giornate.



1. INFO AIUTI DAL BASSO

__Le due situazioni in cui abbiamo trovato dei canali indipendenti che affiancavano il lavoro della Protezione civile sono nei paesini di Fossa e Tempera, nei pressi dell’epicentro Onna. Una situazione comunque complessa che evolve di giorno in giorno.

__A Fossa c’è un gruppetto di compagni dell’Aquila, sostenuti soprattutto da situazioni di movimento di Roma (Acrobax, Forte Prenestino ecc). Questa cooperazione si chiama “Epicentro solidale”. In questi giorni si sono dedicati sopratutto a dstribuire gli aiuti materiali in tutti i paesini del circondario in cui non era ancora arrivata la Protezione civile. Gli ultimi camion sono stati i nostri. Ora è una funzione che sembra esaurita. Magari tra un po’ di giorni potrebbe tornare l’esigenza di portare aiuti materiali, ma probabilmente non più coperte o vestiti, bensì beni che si consumano a ciclo continuo, come pannolini, scatolame, detersivi, saponi per l’igiene ecc. Oppure raccolte più specifiche (materiali elettrici ecc). Comunque non consiglio di raccogliere e partire in questo momento senza aver prima verificato con un referente sul posto l’effettiva utilità di quello che si sta raccogliendo. Ormai anche a Fossa i ragazzi dell’Aquila stanno piuttosto ragionando su singoli progetti. In particolare progetti che hanno a che fare con la socialità, l’informazione, la situazione dei bambini ecc. Sono infatti queste le esigenze che cominciano a diventare fondamentali, ora che i bisogni primari sembrano tamponati e si prospetta una lunga e dura permanenza della popolazione nelle tende. Per questo serviranno volontari, così come serviranno quando si potrà tornare nei paesi. Anche qui però il consiglio è di partire solo dopo aver contattato i referenti locali e aver capito che tipo di contributo personale serve e in che tempi. Noi cercheremo di seguire questa strada.

__Per le info di “Epicentro solidale” sono state attivate due linee telefoniche: a Fossa è 3664137433 (risponde Stefano o Enrico o altri), a Roma è 3473237703. Presto dovrebbero tirare su un blog per coordinare i lavori.

__Invece al campo di Tempera (contrada San Biagio) il Prc organizza la mensa da campo e un asilo. I turni e le esigenze vengono coordinate dalla Federazione di Pescara, tel 08566788 (cercate di parlare con Corrado), dove sono anche stoccati gli aiuti.
__Da quello che ho saputo servirebbero con urgenza anche persone che possono prestare camper o roulotte per casi di emergenza (donne in gravidanza ecc), che non possono adeguarsi alla tempistica della Protezione civile e della Croce rossa. Infatti si prevede almeno un mese di permanenza nelle tende prima di passare ad altro.



2. REPORT (soggettivo) SUL NOSTRO VIAGGIO

__Partiamo giovedì in prima mattinata con vari furgoni riempiti al presidio di Chiaiano, al Lab Insurgentia, all’Università, dal Meet-Up ecc.

__La prima tappa è stata Fossa, dove però la situazione degli aiuti materiali si è stabilizzata, per cui il materiale lì stoccato lo abbiamo portato in vari paesini da cui erano giunte richieste di s.o.s., come Caporciano.
__A parte l’Aquila, dove è attivo il mega-centro operativo della Protezione civile, si tratta sempre di piccole località, paesi che vanno dai 200 ai mille abitanti ora accampati nelle tende, perchè le case sono tutte praticamente inagibili, se non addirittura distrutte. Per chi ricorda il terremoto in Campania, la situazione è meno impressionante solo perchè si tratta di un’area con densità abitativa decisamente minore (sotto le duecentomila persone a fronte dei quasi due milioni di persone coinvolte dal terremoto del 1980). Tendopoli separate da grandi spazi verdi non facili da attraversare perchè non tutte le strade ancora funzionano. Ieri sembra che la macchina della Protezione civile sia arrivata anche nelle località più periferiche. Dopo cinque giorni.

__L’impressione che abbiamo avuto è che il governo non veda affatto di buon occhio l’arrivo di aiuti non esplicitamente irregimentati nella macchina della Protezione civile**, e non solo per un discorso di coordinamento e funzionalità (che è un alibi, perchè naturalmente chiunque va da quelle parti sa di dover tenere conto del coordinamento istituzionale degli aiuti).
__La mia sensazione è che i motivi siano molteplici. Anzitutto c’è sicuramente la voglia di mostrare che la macchina di Bertolaso è assolutamente autonoma e merita di essere finanziata al massimo. Ormai quella coordinata da Bertolaso è una vera e propria economia dei disastri… Inoltre secondo me c’è un elemento di memoria storica: in passato, specie in Irpinia, la rete dei volontari, motivata e informata, diventò un problema per le istituzioni quando l’insoddisfazione della gente cresceva perchè la ricostruzione non funzionava o affioravano brogli e speculazione (Zamberletti, che incredibilmente coopera anche all’intervento in Abruzzo, definì alcuni gruppi di volontari “untori della sovversione”…). Infine c’è questo clima della “caccia allo sciacallo” su cui voglio poi soffermarmi a parte, perchè mi sembra esprimere soprattutto la voglia di mettere insieme l’emergenza terremoto con l’evergreen “emergenza sicurezza”. Noi, in due giorni, siamo stati fermati 5 volte! Nell’ultima situazione, due marescialli dei carabinieri, di origine campana, erano davvero convinti di aver scoperto una “rete di sciacalli”, non si è capito perchè… si immaginavano già i complimenti di Berlusconi e Napolitano… poi hanno dovuto quasi chiederci scusa. Un atteggiamento abbastanza scoraggiante, e in contraddizione col fatto che invece ai camion degli aiuti non fanno pagare il pedaggio autostradale, almeno ieri.

__Personalmente rimpiango un po’ che le cose da fare e il poco tempo mi abbiano alquanto impedito di socializzare maggiormente con la gente. Per quel po’ che ho potuto, ho notato sopratutto una specie di pudore, quasi di timidezza (spesso in imbarazzo perfino a ricevere gli aiuti necessari), la dignità e la paura. Non si capisce bene infatti quale sia il futuro che lì aspetta, anche perchè il terremoto sembra non finire mai!
__Nei due giorni in cui siamo stati là ci sono state 5-6 scosse almeno. Ed eravamo già al quinto giorno! Molti lamentano che il terremoto sia cominciato almeno da un mese, con continue scosse di media intensità, ma nessun responsabile ha pensato che si trattasse di un fenomeno anomalo rispetto al singolo evento…
__Secondo quanto dicono gli esperti pare che la forte scossa di giovedì sera fosse addirittura un fenomeno a sé rispetto al terremoto originale, dovuto non alla faglia verticale che segue la linea dell’Appennino, ma a una faglia obliqua che taglia l’Italia da Ancona al Tirreno. Perciò si sarebbe sentita forte anche in zone come Ascoli, come Roma ecc.
__C’è quindi la grande ansia che la propria terra stia diventando una zona stabilmente sismica più ancora che in passato. Latitano anche le informazioni di carattere scientifico per la popolazione.
__Ciò malgrado, molti non abbandonano le tendopoli per andare negli alberghi della costa, come vorrebbe il governo. Hanno troppa paura che, abbandonando le proprie case, non le rivedranno più. Vogliono seguire e controllare, e, considerando gli esempi del passato, è del tutto comprensibile.
__Il vero pericolo adesso è anche l’inedia, le attese interminabili. Specie per i bambini. Chi può si dà da fare: a Fossa una ragazza mi ha chiesto il contatto con Erri de Luca. Voleva chiedergli di fare un’iniziativa al campo. Dice che in Alzaia Erri racconta del poeta che dopo il disastro non scrive poesia, ma sta in fila per fare i lavori con la sua gente. Che è quello il modo di fare poesia in quel contesto… Abbiamo scambiato poche parole, ma mi ha colpito molto.

__La notte fa un freddo cane, almeno per me che rischio l’ipotermia dormendo nel furgone. Ma qui dicono che è la bella stagione… io so solo che lo sbalzo termico è davvero notevole, quasi 20 gradi.

__I singoli luoghi sono impressionanti: Onna, che tutti ci hanno detto essere stata terra di partigiani, è una località che non esiste più. Ormai non rimangono neppure più i soccorritori, non c’è motivo. Tranne qualcuno, per impedire ai video-operatori e fotografi di passaggio di farsi male con le macerie… Sarei anche un mediattivista: da un lato voglio documentare, dall’altro mi imbarazza un po’. Nei muri spaccati si “intuiscono” case spesso auto-costruite alla fine dell’800 con i materiali più vari. Non c’è quasi struttura… Sono crollate come cartapesta.
__All’Aquila Ciro Fusco dell’Ansa mi fa invece notare come nelle macerie si vedono i cavi del ferro completamente lisci… Sembrano cavi elettrici. Non possono mai fare presa nel cemento! E infatti dal 1974 è vietato usare cavi come questi, ma c’è da chiedersi se in un’area a tale sismicità non dovevano essere ristrutturate anche le costruzioni precedenti.

__La mattina di venerdì alcuni di noi vanno ai funerali pubblici. Davanti ovviamente fà male: ci sono quasi duecento bare. Piccole bare bianche sopra quelle dei loro genitori…
__I parenti delle vittime col loro dolore vero e tutta la pletora ipocrita dei mezzi-busti col loro dolore professionale. Per alcune decine di vittime i parenti hanno rifiutato i funerali di Stato, preferendo tenerli in forma privata.
__Il piazzale della scuola dei finanzieri (il Duomo dell’Aquila è inagibile) è però semipieno. Due-tremila persone. Dicono che ci sono problemi a raggiungere il sito, che è tutto bloccato. La mia impressione è anche che questa funzione non sa raccogliere davvero il sentimento popolare. Anche l’omelia, al di là dell’aspetto religioso, mi sembra fredda. Un discorso di circostanza, perfetto e banale. Non una parola fuori posto, un moto dell’emozione, un momento di rabbia, come in altre situazioni analoghe pure è successo. Il prete non ha nulla da rimproverare a nessuno… i cronisti in sala stampa insistono su questo fatto dell’eccezionalità di una funzione il Venerdì Santo… mah! Mi sembra sinceramente più partecipe l’Imam, anche se si vede che interviene “in trasferta” e quindi si limita a poche parole di cordoglio e di speranza.
__Quando torniamo in macchina bestemmiamo per la fila interminabile… ci mettiamo un po’ a renderci conto di essere in mezzo a un torpedone con 200 bare…!
__Tornati a Fossa salutiamo Enrico prima di partire in serata (in particolare il mio camion non va oltre i 60 orari…).
__Enrico fa parte dello spazio libero 51 dell’Aquila, che personalmente non conoscevo (nei due giorni che siamo stati lì sono arrivati anche gli attivisti del centro sociale l’Arrembaggio). Dopo il terremoto ha sistemato i suoi anziani genitori prima in un campo sfollati e poi da parenti. Da allora quasi non dorme, percorrendo la provincia dell’Aquila da un capo all’altro per sostenere come può la solidarietà dal basso che arriva da altre regioni. In poche ore la sua faccia passa dalla stanchezza allo scoramento alla determinazione convinta. Ma non si ferma.



* Di cui già qui, alla cornice «E' confermato che giovedì 9...»

** Aggiungiamo una breve testimonianza successiva, del 2 maggio, ritagliandola dal commentario a un video di YouTube: «Sei abruzzese? Io sì. Io l'ho vista la "macchina organizzativa". Bene: ti dico che la Protezione civile è una pagliacciata! tutto quello che è stato fatto è merito solo dei volontari, che si sono armati di buona volontà, e hanno fatto tutto loro, senza essere coordinati da nessuno. E infatti c'è tantissima gente che dal 6 aprile non si è ancora potuta fare una doccia, che dorme nel freddo aquilano, e delle parole dei politici non ne può più!».

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