19 gennaio 2010

Lectura Dantis ieri ad Avellino

Questo l'odierno status in fèisbuc del nostro umile e umido (di lacrime) (gratulatorie) Presidente:



Marco Palasciano onorato ed estasiato dall'accoglienza di Avellino, tale che mai ne ebbi uguale in altri luoghi. La libreria affollata, tutti pazzi per Dante, doni meravigliosi, pizze a sbafo, tant'umano calor che il cor si cosse. Città meravigliosa, alate anime!

La libreria citata è L'angolo delle storie, sita in via Fosso S. Lucia 6 e specializzata in libri per bambini e ragazzi, fra le cui belle pareti colorate ieri – lunedì 18 gennaio 2010 – all'incirca dalle 17.45 alle 19.45 si è tenuto il convegno-spettacolo Marco Palasciano legge Dante (e forse altro), replica – con lievi aggiustamenti – dell'omonimo evento tenutosi in Milano, al Teatro Mohole, il 22 e 23 novembre 2008*.
Hanno così avuto inizio ufficialmente le attività pubbliche dell'Accademia Palasciania per il 2010.

A introdurre l'eccentrico dantista sono state due professoresse gentilissime: la poetessa Viola Amarelli, promotrice di questo memorabile esordio palascianesco nell'avellinate, e la libraia, Lia Tino, la qualità della cui accoglienza crediamo abbia superato in splendore quella incontrata in tutti i precedenti templi letterari ove l'Accademia Palasciania sia stata invitata a dar lecturæ Dantis.

Tra l'altro al Presidente è stato fatto dono, in premio dei suoi pregi poliartistici, d'un pregiato artistico volume su Gesualdo da Venosa (1566-1613); e gli accademici locali hanno offerto all'intera delegazione capuana sia la merenda** sia la cena.



Quel che segue è il programma dell'evento, quale s'è realizzato. (La presenza di minori e d'anziane dame dal cuore fragile ha sconsigliata all'artista la messa in scena, verso il finale, della famigerata variazione IX da Storia di un umanesimo negato, «Osre, vìnulo!»; ch'è stata però poi recuperata in sede ristorantizia.)


Dante, Inferno
• Canto I
• Frammento dal canto V (Paolo e Francesca)
• Frammento dal canto VIII (Filippo Argenti)
• Canto XXX con tagli interni


Palasciano, Incipit per una commedia
ovvero Parafrasi personalizzata della prima terzina dell'
Inferno di Dante

Palasciano, Storia di un umanesimo negato
ovvero Un sonetto ed i suoi anagrammi

• Sonetto «"In principio..." o forse è tutto un nastro»
• Variazione III. «Nel medium del cammin di nostra vita»

Dante, Inferno
• Canto XXXII con tagli interni
• Frammento dal canto XXXIII (Ugolino)

Resta a dirsi che il commento palascianesco alla Commedia
ha assunto risvolti cabarettistici da brivido (anche per divertire i bimbi presenti). Quanto allo stile della recita, e alla forma dei testi extradanteschi, si veda – risparmiam così il riscriverne – l'annuncio della prima milanese:


Il Teatro Mohole è lieto di ospitare Marco Palasciano con la sua lettura iper-polistilistica della Commedia di Dante: da Disney a Bene passando per la tragedia greca e la sceneggiata napoletana. Palasciano non raffigurerà un Dante che narri l’avventura sua come fresco reduce dalla visio Dei, ma che la viva nel momento stesso del narrarne, sporco d’umano pathos ancora tutto da purgare. Intorno, i bofónchi dei mostri, i melismi stravinskiani dei diavoli, i pispigli degli ipocriti, l’eco dell’urlo d’Ecuba; e Francesca che, quieta sospirando, intorno a sé sospende la bufera infernale, col suo racconto, come noi speriamo che quest’ora d’altissima poesia e umile svago sia isola a isolarvi dal gran mare di guai che ognuno ha intorno. In ogni caso, dimenticate Benigni.

«Marco Palasciano regala ore di limpido o torbido piacere musicale, concettuale, passionale e trascendentale. Nell’acrobatismo palascianesco delle forme e degli stili, la contemporaneità si ibrida di continuo con i fantasmi della tradizione classica. Come poeta, Palasciano riesce nel miracolo di dare nuova freschezza a materiali che, in mano altrui, saprebbero di muffo, tra procedimenti di sintesi geometrica delle idee, e altri piú misteriosi; né manca, ovviamente, la ludolinguistica; ma i vincoli formali non inficiano mai il contenuto, che resta alto-poetico, con punte filosofiche di lacerante dolcezza (e, in compenso, acri sprofondi osceni). Come attore, basti ora dire che non è per nulla accademico, benché presidente di un’Accademia» (E.B.).

Nel prossimo post inseriremo altre sette fotografie, di Orfeo Soldati (al pari delle tre di poco fa), a documento della messa in scena.



* In quell'occasione il ruolo promotorio fu di Edgardo Bellini, e l'accoglitorio di Cosimo Lupo.

** Essendo il Maestro Palasciano a dieta di frutta e ortaggi e poc'altro, per merenda si è contentato – nella Domus Amarellia, ov'anche deliziocci al pianoforte – di due carote: che prima di mangiarsi, aneddotiamo, ha usate a mo' di zanne posticce («Non resisto! Devo farlo!»), impersonando il carrolliano Tricheco di Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò, di quello recitando a memoria un po' del discorsetto che tenne alle Ostrichette sventurate.

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