18 marzo 2013

Sherlock Holmes contro il professor Coppelius

Domenica 17 marzo si è tenuta in Capua, a Palazzo Lanza, Londra 1889: Sherlock Holmes contro il professor Coppelius, la puntata n. 3 del Nuovo laboratorio euristico di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia dell'Accademia Palasciania, alla presenza di 15 partecipanti, per la durata di circa tre ore e mezza incluso l'intervallo con buffet (offerto da Alessia V., sotto le specie di due torte rustiche e una torta dolce, e da Giuliana C., recante spumante).

La puntata n. 4 (vedi qui) si terrà domenica 24 marzo alle ore 18.00 nuovamente a Palazzo Lanza (Capua, corso Gran Priorato di Malta 25) e precisamente nella sala eventi della libreria Ex Libris. Tutto gratis, come sempre.

La regina Vittoria.
Durante la puntata n. 3, intanto, Marco Palasciano nel primo tempo ha tenuto una lezione-spettacolo consistente per buona parte in una cronologia 1876-1901, concentrata principalmente sulle sorti dell'impero britannico ma anche sulla guerra epistemica tra positivismo (Frege, Renan...) e antipositivismo (Bergson, Le Roy...), fino al battesimo della meccanica quantistica con Planck e ai funerali della regina Vittoria, dalla cui incoronazione a Imperatrice d'India si era partiti. Sono stati inoltre menzionati, tra l'altro, i dispositivi antimasturbazione dell'epoca vittoriana; La razza ventura di Edward Bulwer-Lytton; Iside svelata di Madame Blavatsky; la dimostrazione, a opera di Lindemann, dell'impossibilità della quadratura del cerchio; il Museo delle Cere di Madame Tussaud; Lo strano caso del dottor Jeckyll e mister Hide di Stevenson; i freak show e Joseph Merrick, l'Uomo Elefante; Uno studio in rosso di Doyle, prima avventura di Holmes; le prostitute di Londra e Jack lo squartatore; La macchina del tempo di Wells; il processo a WildeDracula di Stoker. E si sono recitate una parte della poesia palascianesca Nel frigido corpetto vittoriano, la III (Come avvenne che la figlia di Lord Hicks ebbe il cuore sostituito da un meccanismo a orologeria affinché il padre potesse controllarne meglio i sentimenti), nonché l'intera In un lago di sangue e d'ingranaggi.

Nel secondo tempo ci si è dedicati a un gioco investigativo-teatrale, dove era da inscenarsi un racconto fantastico ambientato nella Londra di fine marzo 1889, con per antagonisti Sherlock Holmes e il professor Coppelius. (Metodo: improvvisazione corretta in tempo reale dal coordinatore, in funzione di regista e suggeritore, con ciascun attore a poter interpretare vari ruoli – al variar della scena – e ciascun ruolo a poter essere interpretato da vari attori.) I primi due quadri erano preordinati:
1. Sherlock Holmes riceve la visita di una giovane dama che lo invita a seguirla in carrozza, bendato, in un luogo ignoto, dove lo aspetta una persona altolocata per esporgli un caso della massima gravità.

2. Nel luogo ignoto, che Holmes dai rumori e odori percepiti in carrozza ha capito essere Buckingham Palace, la persona altolocata si svela essere la regina Vittoria; e la dama di cui sopra è la sua dama di compagnia, Lady Olimpia.
La regina mostra a Holmes quello che a prima vista sembra essere un cadavere: una sua domestica che si è inceppata, e si è cosí scoperta essere un automa.
Holmes intuisce trattarsi dell’opera del diabolico professor Coppelius, un genio criminale che ha preso il suo nome d’arte dal personaggio della novella di Hoffmann L’uomo della sabbia (vedi puntata n. 1).
I quadri dal terzo in avanti sono stati composti via via, per creazione collettiva. Tra i partecipanti è stata distribuita una trentina di indizi e ipotesi, scritti su altrettanti foglietti, in base a cui ispirarsi per suggerire al coordinatore gli elementi costitutivi delle varie scene.

Fotogramma dal film di Alfred L. Werker
Le avventure di Sherlock Holmes, 1939.
Alcuni esempi di indizi e ipotesi: – Che fine ha fatto la figlia di Lord Hicks, quella dal cuore sostituito con un organo meccanico? – Chi indirizzò il giovane Holmes, una decina d’anni fa, a prendere abitazione in Baker Street? C’entra qualcosa il fatto che in quella via ci fosse il Museo delle Cere di Madame Tussaud? E in ogni caso, come mai cinque anni fa il museo è stato trasferito in un’altra via? Davvero soltanto per mancanza di spazio? – Coppelius ha abitualmente sfruttato Lord Hicks, esercitando su di lui poteri ipnotici, per finanziare i propri piani. Ciò ha accresciuto la demenza perversa di Lord Hicks, il quale infine si trova ricoverato in manicomio. E se si facesse visita in manicomio a Lord Hicks? La sua mente malata potrebbe conservare un barlume di dati utili. – La regina Vittoria è stata di recente al Royal London Hospital a fare visita a Joseph Merrick, l'Uomo Elefante. In tale occasione tra il personale dell’ospedale era probabilmente nascosto il professor Coppelius, o un suo scherano, travestito da medico o infermiere. E ha fatto qualcosa. – La Torre Eiffel, che tra qualche giorno sarà inaugurata a Parigi, potrebbe servire da gigantesca antenna, per la ricezione o trasmissione di qualcosa di terrestre o forse addirittura extraterrestre. – Le carestie che hanno devastato l’India nel 1876, e poi l’Inghilterra nel 1878, non sono state per cause naturali. Qualcuno ha effettuato esperimenti nel sottosuolo. – Qualcuno ha segni sul collo che potrebbero far pensare al morso di un vampiro?
Prostitute vittoriane.
3. Per strada due rozze prostitute, Nelly la Fresca (cosí detta perché ultrasessantenne) e Molly, attendono i clienti, discutendo intanto di Jack lo squartatore che qualche mese fa uccise cinque di loro, e che l’una teme sia ancora in circolazione, mentre l’altra ritiene sia ormai morto.
Sopraggiungono Holmes e Watson per interrogarle, messi su tale pista dai monelli che abitualmente Holmes sguinzaglia come ricercatori di informazioni nei bassifondi di Londra. Pare infatti che una delle due prostitute sia stata testimone dell’apparizione di uno strano essere acquatico nel Tamigi.
Molly, saputo che Watson è dottore, gli chiede un appuntamento per farsi visitare, soffrendo di vagina purulenta.
Un monello arriva urlando che è riapparso il mostro.

4. Avendo trovato sulla riva del Tamigi, nel luogo dell’ultima apparizione di misteriose creature acquatiche, un arcano maggiore dei tarocchi, Holmes, riconosciuto da quale mazzo provenga, si reca dall’ambigua cartomante Madame Melyssa, sua vecchia conoscenza.
Dal dialogo con la cartomante, che gli fa le carte, Holmes ricava il sospetto che la stessa regina Vittoria possa in realtà essere un automa (vedi Basil l’investigatopo).

Un momento della scena n. 5.
5. Holmes e Watson si recano dalla regina. Holmes, essendo a conoscenza di un metodo per smascherare gli automi di Coppelius, si è portato il violino: occorre difatti generare un suono di una determinata frequenza.
Lady Olimpia, mentre Holmes produce la giusta nota, inizia a fremere, quindi ha uno scatto d’ira robotica e infine si blocca.
Esaminando l’automa, Holmes trova in una sua tasca una lente d’ingrandimento identica alla solita che egli ha con sé. Comprende che è avvenuto uno scambio, probabilmente quando la dama venne a cercarlo a casa all'inizio della storia; e di aver avuto con sé finora una lente costruita da Coppelius appositamente per distorcere la sua percezione.
Intanto la regina si domanda, angosciata, che fine possa aver fatto la vera Lady Olimpia.
Forse la regina avrà risposta, ma gli spettatori no, in quanto per concludere la storia entro la serata si rende necessario un grosso salto narrativo, giungendo direttamente alle due scene finali.
6. Le indagini di Holmes lo hanno portato al manicomio in cui è rinchiuso Lord Hicks.
Costui, che è in camicia di forza allorché gli fanno visita, nel suo delirio fornisce un indizio: «Coppelius batte sempre, batte la pietra»…
Holmes e Watson, tastando le pietre della cella, scoprono un passaggio segreto, attraverso il quale raggiungeranno – tramite una serie di cunicoli che si snoda nel sottosuolo londinese – il laboratorio sotterraneo del professor Coppelius.

Un possibile sviluppo della storia di Holmes contro
Coppelius: Londra semidistrutta per un'esplosione.
7. Qui è Coppelius in persona, che immediatamente fa catturare Holmes e Watson da due sue creature.
Holmes viene legato su una poltrona, sopra la quale dal soffitto va discendendo lentamente un trapano destinato a perforargli il cervello.
Intanto Coppelius spiega il piano. Le sue ricerche lo hanno portato a scoprire che i vaticinii degli oracoli come la Sibilla di Delfi (vedi puntata n. 2) erano un effetto secondario dell’energia misteriosa promanata da una sostanza presente in alcuni punti del sottosuolo terrestre, da lui chiamata coppelite. Cosí come la cavorite del professor Cavor – nel romanzo di Wells I primi uomini sulla luna – annulla la gravità, la coppelite distorce il tempo.
Scoperto un giacimento di coppelite sotto Londra, e precisamente – ironia della sorte – sotto il precisissimo Big Ben, nei cui pressi ora ci troviamo, Coppelius ha pianificato di provocare una esplosione in questo punto, in modo da liberare tutta l’energia della coppelite. Tale energia fluirà attraverso l’etere fino a Parigi, alla Torre Eiffel, che sta per essere inaugurata e che fungerà da gigantesca antenna, convogliando il flusso cronoplastico in un accumulatore sottostante, che infine Coppelius userà per alimentare la macchina del tempo da lui costruita, con la quale potrà compiere a suo piacimento i piú efferati crimini nel passato e nel futuro.
Coppelius sta per lasciare il laboratorio, dove tra poco esploderà tutto e intanto il cervello di Holmes verrà trapanato; ma ecco che Holmes riconosce in uno dei due automi, o presunti tali, la figlia di Lord Hicks: non un automa, ma un ibrido umano-automa, il capolavoro di Coppelius.
Coppelius si compiace, allora, di narrare della triste sorte della figlia di Lord Hicks: il padre fece uccidere il giovane di cui ella era innamorata, e incaricò Coppelius di cavarle il cuore e sostituirlo con un meccanismo a orologeria affinché non provasse piú sentimenti. Il tono di Coppelius si fa satanico nell’esprimere il suo godimento al ricordo di tali delitti, giacché egli odia l’amore.
Ma intanto, al riudire la propria storia, alla figlia di Lord Hicks sfugge una lacrima: è il segno del risveglio del suo ultimo residuo di umanità, grazie al quale ha la forza di ribellarsi a Coppelius lasciando libero Watson, che cosí può correre a salvare Holmes dalla sedia della morte, mentre ella si occupa di neutralizzare l’automa, tutto ciò mentre Coppelius è distratto dal proprio stesso racconto.
Coppelius viene afferrato da Holmes e Watson; ma con un trucco illusionistico riesce a fuggire, lasciando al proprio posto solo un'oscura nuvola di fumo.
A questo punto occorre disinnescare la bomba. La figlia di Lord Hicks, finora silente, riesce – con qualche difficoltà – a profferire parola, avvisando Holmes che occorre guardare al «cuore degli ingranaggi». Dunque al centro degli ingranaggi del Big Ben?
Ma Holmes intuisce che la fanciulla voleva dire in realtà «gli ingranaggi del cuore»: è ella stessa la bomba, e quello è il timer. Per impedire l’esplosione occorre che il suo cuore meccanico sia fermato, ma ciò la ucciderà. Ed ella si sacrifica, preferendo la morte a una vita da semiautoma.
Holmes e Watson staccano dal petto della figlia di Lord Hicks il cuore meccanico, che così si arresta. L’esplosione non avverrà. Tutto è compiuto.
Non resta che versare due pietose lacrime per la sventurata fanciulla.
E a chiudere il resoconto della divertentissima puntata n. 3 del nostro laboratorio euristico, non ci resta che menzionare gli interpreti dell'improvvisata commedia investigativa. In ordine di apparizione: Luisa F. (Sherlock Holmes), Edoardo S. (il dottor Watson), Anna L. (Lady Olimpia e il dottor Watson), Giuliana C. (la regina Vittoria), Luciana D. (la domestica-automa e Nelly la Fresca), Grazia M. (Molly), Francesco L. (il dottor Watson e l'automa nel laboratorio sotterraneo), Ivan M. (un monello), Marika A. (Madame Melyssa e la figlia di Lord Hicks), Alessia V. (Sherlock Holmes), Marco P. (Lord Hicks e il professor Coppelius).

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