23 ottobre 2013

Da Pitone ai pitoni nel Tamigi

Sciamano. Uno degli argomenti principali della
lezione-spettacolo è stato il cosiddetto effetto Quesalid.
Domenica 20 ottobre si è tenuta in Capua, nel Palazzo della Gran Guardia, alla presenza di 24 partecipanti e per la durata di circa tre ore, Gnôthi seautón, Watson! Siamo tutti la figlia di Lord Hicks, la puntata n. 3 (seguita da una cena, con per chef Carolina P.) del Nuovo festival capuano di scienza, filosofia, gioco e poesia a cura dell'Accademia Palasciania (la quale ringrazia inoltre Paolo A. per l'omaggio, ricevuto a inizio evento, di una copia del poema di Giovanni Torti La torre di Capua, 1829). La sera successiva la puntata si è replicata nel Palascianeum alla presenza di 8 partecipanti, di cui 2 già presenti la domenica; ospite d'onore il cosmologo Sante Carloni (dedito principalmente a investigare la natura della gravitazione e a costruire modelli matematici descrittivi della gravità e del mondo fisico in generale; qui, se può interessarvi, l'elenco delle sue pubblicazioni).

La puntata n. 4 e relativa replica si terranno – sempre gratis – l'una domenica 27 ottobre alle ore 17.55 nel Palazzo della Gran Guardia (Capua, piazza dei Giudici), sede dell'Associazione Pro Loco, e l'altra lunedì 28 ottobre in altra sede, la cui ubicazione potrà essere conosciuta dalle persone interessate – come pure l'orario preciso, probabilmente le 21.30 – telefonando o inviando un sms al 3479575971, o contattando Marco Palasciano in facebook.

La Sibilla di Delfi dipinta
da Michelangelo sulla volta
della Cappella Sistina.
La puntata n. 3, intanto, si è composta di una lezione-spettacolo più un gioco oracolare (bibliomanzia, dai risultati anche stavolta impressionanti) e un po' di improvvisazione teatrale (che ha visto Domenico C. nei panni della regina Vittoria e di Nelly la Fresca, Alessia V. in quelli di Sherlock Holmes – poi interpretato anche da Palasciano – e di Molly, Angelo I. in quelli del dottor Watson, Damian S. in quelli di un monello dickensiano e Marika A. in quelli di un automa).

La lezione ha tratto spunto dai tarocchi della Papessa e dell'Imperatrice, ed è consistita in parte in una sintesi e rielaborazione delle puntate n. 2 e n. 3 della scorsa stagione, Arca Arcanorum (cliccare i titoli per approfondire):
2. La maieutica delle Sibille. Quando l'Ombra ci illumina
3. Londra 1889: Sherlock Holmes contro il professor Coppelius
Quanto alla parte “londinese”, la lettura della poesia In un lago di sangue e d'ingranaggi – diversamente che nella versione di sette mesi fa – si è trasformata in una vera e propria sequenza teatrale, con tanto di strumenti atti a operare la manutenzione del cuore meccanico della sventurata figlia di Lord Hicks, interpretata da una ragazza distesa inerte sul tavolo, e con l'intervento di altre persone del pubblico: chi a porgere a Coppelius una fetta di torta, chi a bofonchiare in vece di Lord Hicks «la vita è un cimitero i cui lumini sono le stelle», chi a chiudere «immediatamente la porta sullo spettacolo crudele».


Si è inoltre recuperata a inizio puntata l'occasione, sfuggita durante la scorsa puntata, di citare l'anagramma «Marco Palasciano»/«Caos, clap, Armonia» e quindi l'applauso chiesto da Prospero nell'epilogo della Tempesta di Shakespeare.

Altri argomenti aggiunti alla lezione: la perpendicolarità cartesiana di orientamento sessuale (asse x = scala Kinsey: eterosessuali, bisessuali, omosessuali), identità sessuale (asse y = femmine, intersessuali, maschi) e dinamica dell'identità di genere (asse z = cisgender e transgender); il crossdressing; l'en travesti e gli evirati cantori nella storia del teatro cinque-ottocentesco; il rapporto tra l'eversione del dimorfismo sessuale e il sacro; il mito di Tiresia; i sacerdoti di Cibele e Attis; gli Hijra; i Two-Spirit; come, infine, per attingere al sacro non sia necessario evirarsi né travestirsi, ma solo porre tra parentesi il corporeo e il quotidiano; naturalmente senza mai scordare che, per vivere sani, anche il corpo vuole la sua parte. 

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