19 ottobre 2013

Il mondo: labirinto o paradiso?

Carmelo Bene in veste di Amleto.
Domenica 13 ottobre si è tenuta in Capua, nel Palazzo della Gran Guardia, alla presenza del numero record di 42 partecipanti e per la durata di circa tre ore e tre quarti, Essere o paraessere. La realtà non ha senso, di base; ma ne ha in cima, la puntata n. 2 del Nuovo festival capuano di scienza, filosofia, gioco e poesia a cura dell'Accademia Palasciania (con tanto di buffet, principalmente a cura di Lucia D.I., Luisa F. e Michele D.M.). La sera successiva la puntata si è replicata nel Palascianeum alla presenza di 6 partecipanti, di cui 3 già presenti la domenica.

La puntata n. 3 e relativa replica si terranno – sempre gratis – l'una domenica 20 ottobre alle ore 17.55 nel Palazzo della Gran Guardia (Capua, piazza dei Giudici), sede dell'Associazione Pro Loco, e l'altra lunedì 21 ottobre in altra sede, la cui ubicazione potrà essere conosciuta dalle persone interessate – come pure l'orario preciso, probabilmente le 21.30 – telefonando o inviando un sms al 3479575971, o contattando Marco Palasciano in facebook.

La puntata n. 2, intanto, si è composta di una lezione-spettacolo e qualche gioco. La lezione ha tratto spunto dai tarocchi del Matto e del Mago (simboli l'uno del caos iniziale, l'altro dell'inizio dell'opera demiurgica che conduce all'armonia), ed è consistita in parte in una sintesi e rielaborazione delle prime due puntate della scorsa stagione, Arca Arcanorum (cliccare i titoli per approfondire):
0. Introduzione. Un po' di alea, di alétheia e di hamletica
1. Illusionismi e specula veritatis. Come salvarsi dall'Uomo della Sabbia e dallo stress della vita postmoderna
Hieronymus Bosch, Il prestigiatore, 1502 ca.
Argomenti aggiunti: tempo I: il mito del labirinto; le sole cose certe; i naibi; i rischi del procedimento euristico, dalla dispersione all'eccessiva concentrazione su un elemento e conseguente distorsione epistemica; l'apofenia; il Matto come simbolo della possibilità infinita insita nel caos; il Mago come simbolo dell'inizio di un percorso demiurgico; l'alchimia, coi suoi ergon e parergon e il suo rappresentare per Jung il processo di integrazione del sé; la quintessenza, o etere, o pneuma, o Mercurius philosophorum, o arca arcanorum; il dodecaedro come elemento decorativo del cosmo secondo il Timeo di Platone; il «nucleo della realtà» nella metafisica palascianiana.

La torta opera di Lucia, e le chiacchiere di Luisa.
Tempo II: il mito cosmogonico induista di Vṛtra e Indra; i caratteri distintivi di Dio secondo le più comuni tradizioni religiose, e la ridistribuzione di essi fra diversi enti nella metafisica palascianiana; la schizofrenia epistemica del barocco, evidente nella lettera di Bellarmino a Foscarini e simboleggiabile dalla bifocalità dell'ellisse; come l'inazione di Amleto non fosse tanto male, alla luce della catena di catastrofi avviata dal suo passare all'azione; la percezione del mondo come prigione e, di contro, la percezione di un guscio di noce come spazio infinito (Shakespeare, Amleto, atto III, scena II); Nick Vujicic e la gioia di vivere (vedi video qui sotto, in merito al cui finale però invitiamo a sorvolare con traduzionalismo sulla discriminante religiosa); la pari dignità di ogni dolore autentico; vittimismo, opportunismo, simulazione, mitomania; ove il semplice feedback amicale-sociale non basti a curare una psicopatologia, si ricorra alle psicoterapie; come la felicità sia sempre possibile, e l'universo materiale sia creato a tal fine; la necessità di una visione mentale limpida e corretta; i rischi dell'autoanalisi (vedi spot Dove sul test dell'artista forense); l'originale vuoto di senso della realtà; gli anagrammi e il relativo simbolismo; lo spaziotempo come illusione; il realismo strutturale ontico; come secondo Watzlawick tutti i problemi mentali si riducano a problemi comunicativi. Giochi svolti:
Sociogramma
Tormentata costruzione di un cerchio (già descritto qui)
«Mi fido di te; che pensi di me?» (già descritto qui)

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