21 gennaio 2018

Neolitico: progresso o decadenza?

Domenica 14 gennaio si è tenuta in Capua, a Palazzo della Gran Guardia, alla presenza di 21 partecipanti e per la durata di circa due ore, Neolitico. Invenzione del vino (circa 7500 a.C.), la puntata n. 3 di Dal Paleolitico a Palasciania. Undici salti in accelerazione geometrica lungo la storia dell'Homo sapiens sapiens, undicesimo festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, arti varie, gioco e umana armonia.

La puntata n. 4 (vedi qui) si terrà – sempre gratis – domenica 28 gennaio alle ore 18.57 a Palazzo della Gran Guardia (Capua, piazza dei Giudici 6), e si intitolerà Età del bronzo. Emancipazione della scrittura dalla contabilità (circa 2700 a.C.).

La puntata n. 3, intanto, è consistita in una lezione-spettacolo – più una sessione di laboratorio da vasai neolitici – durante la quale si sono trattati i seguenti argomenti:

Paleolitico: un ultimo racconto
Circa 10.000 a.C., grotta del Romito (Papasidero, Calabria): un giovane malformato ma amato, «Romito 2», vive assistito dalla comunità; morto, viene sepolto insieme con una donna, con la testa appoggiata sulla di lei spalla, postura inusuale nelle sepolture (vedi qui).

Mesolitico
— Circa 9700 a.C.: a tale data risale il più antico esempio dell'utilizzo di fiori per onorare i morti (vedi qui). Ma soprattutto ha termine la glaciazione Würm, e con essa il Pleistocene; inizia l'Olocene (ancora in corso nel 2018); e nella cronologia non geologica, ma umana, termina il Paleolitico e inizia il Mesolitico. Risale il livello del mare. Le steppe e praterie dell'Eurasia vengono in buona parte occupate dalle foreste; non più grandi madrie di erbivori. Il clima più mite e la caccia spazzano via mammut, cervi giganti, tigri dai denti a sciabola ecc., mentre la popolazione umana si incrementa. Si trovano ora distinte le cinque razze umane: caucasoide, negroide (divisa in congoidi e capoidi), australoide, mongoloide e, da essa derivata, amerindioide. Nel Mesolitico si ha fra l'altro la domesticazione del cane, come aiuto per la caccia. Innovazioni tecniche: scure, barca, slitta. Già da prima dell'Homo sapiens vi era l'uso di macinare i semi. Per la conservazione del cibo, e la sua cottura, vengono fabbricati dei vasi in argilla. Alcune popolazioni continuano la vita nomadica, altre diventano sedentarie. Secondo Jacques Cauvin, alla sedentarizzazione avrebbe contribuito la religione, col suo indurre gli uomini ad adunarsi a fini celebrativi.
— Circa 9500 a.C.: la più antica festa documentata (vedi qui); fu in onore della sepoltura di un'anziana, forse la sciamana del villaggio.
— Circa 9500 a.C.: il più antico tempio in pietra finora rinvenuto, nel sito di Göbekli Tepe (Turchia).
Costruzione del tempio di Göbekli Tepe.
— Circa 9000 a.C.: il più antico granaio finora rinvenuto (vedi qui). Da questa stessa epoca si trova attestato l'allevamento di pecore e capre. (Differenza tra la coda della pecora e quella della capra: la prima punta in basso come, nella Scuola d'Atene di Raffaello, il dito di Aristotele; la seconda fa come il dito di Platone.) Il loro latte, nell'alimentazione umana, era riservato probabilmente ai bambini, non essendo ancora intervenuta in alcuna razza umana la mutazione genetica consentente la persistenza dell'enzima lattasi in età adulta (vedi qui), come che sia, è anche probabile che il latte venisse consumato più che altro sotto forma di yogurt, burro e formaggio (vedi qui).
— Circa 8000 a.C.:, Nataruk (Kenia): il più antico massacro umano documentato (vedi qui). Da questa stessa epoca si trova attestata, in alcune regioni dell'Asia sudorientale, la domesticazione del gatto.

Dal Mesolitico al Neolitico
Il Mesolitico e il Neolitico si sovrappongono: in alcune regioni persiste il Mesolitico mentre in altre già fiorisce il Neolitico, da nuove tecnologie come la ceramica (attestata dall'8000 a.C.) e l'arte di lavorare la pietra non più per scheggiatura ma per levigatura, e soprattutto dal passaggio (causa probabile: l'incremento della popolazione umana) da un'economia di predazione (caccia e raccolta) a una di produzione (allevamento e agricoltura), il che comporta la nascita del villaggio.


Dalla tribù nomade al villaggio
Nel villaggio, l'unità sociale principale non è più la comunità intera (come nella vecchia comunità di cacciatori-raccoglitori, totalmente cooperante) ma la famiglia nucleare. Nasce la repressione sessuale: per controllare l'attività procreativa, le donne vengono definitivamente sottomesse; vengono fissati ruoli sessuali rigidi; il rapporto omosessuale viene reso tabù, in quanto uscente dalla logica del dominio uomo/donna (tutto ciò nella teoria di Lewis Morgan rivisitata da Elio Modugno). Intanto le capanne non sono più ripari provvisori per singoli o gruppi variabili. Nasce un nuovo rapporto con lo spazio, e di conseguenza il concetto di proprietà; iniziano le disuguaglianze; i più ricchi hanno case più grandi. Il crescere della competizione interna alla comunità dà luogo a relazioni sociali più complesse e al bisogno di stabilità, quindi di specialisti nell'arte del governo. Il surplus di produzione conseguente all'attività agricola consente il sorgere sia di tali figure, sia di figure del pari specialistiche come gli artigiani, nonché la realizzazione di opere pubbliche.

Ricostruzione di un interno neolitico. Vedi qui.

Ingegneria genetica ante litteram
La coltivazione di esemplari vegetali che presentavano caratteristiche vantaggiose per l'uomo (per es. cereali con chicchi più grossi) finì con l'alterare il patrimonio genetico di quelle specie; lo stesso accadde con gli animali e il loro allevamento (per es. venivano selezionati gli esemplari più piccoli e mansueti). Questa «selezione artificiale» fu, al principio, inconsapevole.

Dall'agricoltura all'astronomia
Le otto principali specie vegetali domestiche del Neolitico: leguminose: lenticchia, pisello, cece, veccia; graminacee: farro dicocco, farro monococco, orzo; linacee: lino. L'agricoltura stimolò l'osservazione del cielo, non solo quanto a fenomeni atmosferici ma anche quanto al moto degli astri, per distinguere meglio le stagioni ecc.; ond'ecco i primi calendari.

Invenzione del vino
La Vitis vitifera si sviluppa intorno al 7500 a.C. nella regione subcaucasica (future Armenia e Georgia), dove, proprio in riferimento a questo, il racconto biblico del Diluvio universale colloca l'approdo dell'arca di Noè, mitico inventore del vino. Il vino, più che inventato, probabilmente fu scoperto: l'uva veniva raccolta come un qualsiasi frutto zuccherino, e il succo rimasto sul fondo di un vaso che la conteneva fermentò. Fermentazione che sarebbe diventata più facile grazie allo sviluppo dell'arte della ceramica.


Laboratorio ceramico o quasi
Per risparmiare tempo si è rimandato alla puntata sull'età classica il capitolo sul dionisiaco, si è ridotto il capitolo sulle «delizie e delitti» del vino a tre rapide raccomandazioni più o meno paternalistiche – (1) non bevete se dovete guidare; (2) anche se non guidate, non bevete se siete troppo giovani, soprattutto donne; (3) anche se non siete più giovani, evitate gli eccessi – e si è ridotto il capitolo filosofico a una domanda (gli animali e le piante sono stati creati per servire l’uomo? o magari l’uomo è stato creato per servire il gatto? o nessuno è stato creato per servire ad alcunché?) cui il pubblico ha fornito qualche risposta lampo. Si è quindi, a bella chiusa, tenuto un simpatico laboratorio «ceramico o quasi» da vasai neolitici (al posto dell'argilla si è usato un impasto di sale, farina e acqua); eccone a documento, qui di séguito, sei fotografie.



Questa foto è di Mario Ventriglia; di M.P. le altre cinque.



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